mercoledì 3 agosto 2016


TRIONFO del TEMPO e del DISINGANNO 
di Georg Friedrich HAENDEL

L'EFFIMERO DELLA BELLEZZA





Le pitture rappresentate sono, rispettivamente, di Dante Gabriel ROSSETTI (1812 - 1882) e di 
Felice CASORATI (1883 - 1963).


Il Festival musicale di Aix-en-Provence 2016 ha presentato l'Oratorio 'Il trionfo del Tempo e del Disinganno' di Georg Friedrich Haendel. Radio3 l'ha trasmesso, in diretta, il 6 luglio scorso; ora lo si può ascoltare e vedere nel canale on-line medici.tv dal quale ho tratto le parti più significative.

Georg Friedrich Haendel (1685-1759) fu un cosmopolita perché girò tutta l’Europa e trascorse gli ultimi trent'anni della sua vita in Inghilterra. Nelle sue opere si notano, perciò, momenti di cantabilità italiana e altri di espressività più statica, anglosassone. Anche nei suoi brani di carattere contrappuntistico imitativo - che dovrebbero essere i più cerebrali perché costruiti con la razionalità voluta dalla forma del contrappunto -, emerge dalla sua musica una melodia di grande trasporto, di grande ariosità e gestualità teatrale (scrisse parecchi melodrammi, soprattutto in stile italiano). Haendel rappresenta l’aspetto aulico e vagamente retorico, direi turgido del Barocco, rispetto a quello astratto e metafisico del contemporaneo Bach. Dal 1706 al 1709 è in Italia: Firenze, Roma, Napoli, Venezia. Nel 1711 si sposta a Londra dove trascorrerà il resto della sua vita, intervallata da lunghi viaggi in Europa per la sua curiosità artistica, ma soprattutto per soddisfare la sua brama di vita galante e di gioioso vivere. Durante un suo soggiorno romano si fece amico del cardinale Benedetto Pamphili, letterato appartenente all'Accademia dell'Arcadia, che scrisse per lui il libretto dell'oratorio di cui ci stiamo occupando. La prima esecuzione fu diretta dal grande Arcangelo Corelli con lo stesso Haendel al clavicembalo. Essendo allora vietato alle donne di cantare in teatro, le voci di Bellezza, Piacere e Disinganno erano affidate ai castrati; quella di Tempo a un tenore (oggi rispettivamente a soprano, controtenore, contralto e - ovviamente -  tenore). 
L’ Oratorio è una composizione per soli, coro e orchestra di tipo narrativo, generalmente su soggetti sacri. Praticamente è un melodramma privo di messa in scena, in cui i personaggi cantano senza recitare, senza gestire: cantano in concerto. 

"Il trionfo del Tempo e del disinganno" - TRAMA:
Bellezza si guarda allo specchio chiedendosi quanto tempo durerà il suo splendore (Aria: Fido specchio). Piacere le promette - in cambio della sua fedeltà - eterna giovinezza (Recitativo: Io che sono il Piacere). Disinganno la mette in guardia (Aria: Se la bellezza perde vaghezza). Tempo le ricorda quali siano le sue proprietà, ricorrendo ad immagini funeste (Aria:Urne voi che ...). La Bellezza non intende dar loro ascolto (Duetto: I pensieri più severi son del verno dell'età). Piacere non demorde e mostra a Bellezza un leggiadro giovinetto  (Aria)
Il Tempo insiste e la invita a dedicarsi ad una vita penitenziale (Recitativo: se me veder non vuoi, pensa di farti in Cielo un'altra sede ... dove bella Eternità risiede). Bellezza è dubbiosa e chiede ulteriore tempo prima di decidere (Quartetto: voglio tempo per risolvere). Piacere la circuisce con la lusinga (Aria: Lascia la spina, cogli la rosa). La Bellezza rompe lo specchio e rifiuta definitivamente il Piacere (Recitativo: ... e di te perda e la memoria e il nome) che l'abbandona (Aria: come nembo ... da te fuggo sdegnato e severo). Bellezza si rivolge agli angeli perché benevolmente accolgano la sua redenzione (Aria conclusiva: Tu del ciel ministro eletto).

Il Festival di Aix-en-Provence ha spettacolarizzato l'Oratorio con scene e costumi che hanno dato esito ad una rappresentazione ben lontana dagli assunti cardinalizi e cattolici, ma vicina alla società contemporanea fatta di giovani assillati dalla smania del piacere comunque cercato, sino a naufragare voluttuosamente, ma inevitabilmente, nella dipendenza dalla droga.
Il Maestro (La Maestra?) Emmanuelle Haïm ha diretto l'orchestra "Le Concert d' Astrée", la cui formazione  è costituita da due oboi, due fagotti, due flauti diritti, tiorba (specie di liuto) e organo; il b.c. (basso continuo che accompagna i 'recitativi') da  clavicembalo, violoncello, organo e  contrabbasso. Il suono ottenuto corrisponde alla musica fiorita sì di virtuosismi, ma toccante e non aulica e magniloquente come in Haendel maturo: musica ispirata - al ventiduenne compositore - dai magnifici versi del Cardinale Pamphili e dal loro contenuto mirante ad evidenziare la vacuità dei piaceri terreni e la pregnanza dei valori morali e teologici. Il tutto plasmato dalle grandi capacità drammaturgiche haendeliane. 
"Il trionfo del Tempo e del Disinganno", scritto da Haendel nel 1707, lo ascolteremo e vedremo - nelle sue parti più significative - nella forma scenica allestita dal regista Krysztof Warlikowski e dalla scenografa Malgorzata Szczeesniak, ambedue polacchi. Un'interpretazione laica mirante alla condanna delle convenzioni sociali consolidate nel tempo, ma deplorante altresì l'attuale improprio superamento delle stesse. 
La scena rappresenta la gradinata di un teatro, con al centro uno spazio trasparente che mostra il luogo d'incontro - soprattutto di trasgressione - dei giovani. Il tutto è compenetrato da una leggera, ma insinuante malinconia dovuta alla vanitas, al vuoto lasciato da un vivere esteriore mirante soprattutto alle soddisfazioni erotiche, un vivere del tutto estraneo alla vita spirituale e affiancato soltanto dalla presenza della morte. Bellezza danza con un giovane sensuale e bello quanto lei: consumano e si scambiano pasticche di ecstasy, ma lui eccede e muore per overdose.

LOCANDINA
Bellezza - Sabine Devieilhe - soprano
Piacere - Franco Fagioli - controtenore
Disinganno - Sara Mingardo - contralto
Tempo - Michael Spyres - tenore
Orchestra "Le Concert d'Astrée" diretta da Emmanuelle Haïm
Regia di Krzysztof Warlikowski
Scene e costumi di Malgorzata Szczesniak

1) Sonata (Allegro/Adagio/Allegro). Bellezza - Aria: Fido specchio in te vagheggio lo splendor degl'anni miei: pur un dì mi cangerò. Tu sarai sempre qual sei, io qual sono, e in te mi veggio; sempre bella non sarò. Fido specchio, ecc.
Guida all'ascolto:  La Sonata è composta da un iniziale 'allegro' veramente gioioso (in scena è mostrata la leggerezza dei giovani che si scambiano l'ecstasy). L'«adagio» è più riflessivo e meditativo, affidato al querulo oboe (il bel ragazzo sviene e muore), per concludersi ancora con spensieratezza: quella di Bellezza che si contempla allo specchio, cantando la sua Aria con il 'da capo': A-B-A. La parte A 'Fido specchio', la B 'Tu sarai sempre qual sei', e la ripetizione, testo e musica di A 'Fido specchio' (perciò 'da capo'). 
Nota: tutte le Arie dell'Oratorio sono con il 'da capo'.

  clicca, VEDI e ASCOLTA






2) Piacere - Recitativo:   Io che sono il Piacere giuro, che sempre sarai bella. 
Bellezza: Ed io, io che sono la Bellezza giuro di non lasciarti: e se manco di fede importuno dolor sia mia mercede. 
Piacere - Aria: Fosco genio, e nero duolo mai non vien per esser solo, Perché un sol, mille ne fa. Chi l'impero non toglie dal pensiero giorno lieto non avrà. Fosco genio, ecc. Tempo - Recitativo: Ed io che' Tempo sono... Disinganno: unito al Disinganno.. Tempo: discoprirò, che la Bellezza è un fiore... Disinganno: che in un sol giorno è vago e bello, e muore. Disinganno - Aria: Se la bellezza perde vaghezza, se cade o more non torna più. E un sol momento ride contento il vago fiore di gioventù. Se la bellezza, ecc. 
Guida all'ascolto: Piacere è affidato alla voce di controtenore (che canta in falsetto, con voce di testa, ad imitazione dei castrati). Ma eccelle l'Aria di Disinganno la cui tristezza è evidenziata dal dolce/triste timbro del violoncello - a suggerirci la precarietà della bellezza  -affiancato dall'organo  in prezioso contrappunto (punctus contra punctum = nota contro nota).

clicca VEDI e ASCOLTA




3) Tempo - Recitativo: I colossi del sole per me caddero a terra: e una frale beltà meco fa guerra?     Tempo - Aria: Urne voi, che racchiudete tante belle: apritevi, mostratemi se di quelle qualche luce in voi restò. Ma chiudetevi: sono larve di dolore, sono scheletri d'orrore ch'il mio dente abbandonò. Urne voi, ecc.  
Piacere – Recitativo: Sono troppo crudeli i tuoi consigli, di Gioventù solo i piaceri son figli.
Bellezza e Piacere – Duetto: Il voler nel fior degl'anni fra gl'affanni passar l'ore è vanità. I pensieri più severi son del verno dell'età. Il voler, ecc.
Guida all'ascolto: Tempo evoca inquietanti immagini di urne cinerarie con un canto pacato, ma accompagnato da ribattuti accordi  degli archi: musica adatta a suggerire la morte (sono scheletri d'orrore). Il regista vede in Tempo - pensando alla sua imprevedibilità - un essere ambiguo che tenta di sedurre Bellezza. 
Il duetto è preceduto da una fanfara di oboi, flauti e fagotti che alternativamente prosegue nel corso dei virtuosismi del soprano e del controtenore in una competizione canora fatta di gorgheggi dal tipico sapore barocco.


clicca VEDI e ASCOLTA




4) Piacere - Recitativo Questa è la reggia mia: vagheggiami diviso in varie forme. Coronato di rose, mira scolpito in bianco marmo eletto leggiadro stuol di giovanetti erranti. Mira quello che dorme, ai papaveri unite l'edere fresche a lui fanno corona, molto crine è disciolto e non si cangia o per pensier s'imbianca. Poi dalla parte manca vedi il dolore in nera pietra espresso, col riso al labbro un bel garzon l'uccide. L'altro, ch'è presso a lui, col fiero ciglio, guarda le soglie della reggia, e dice: “ite pallide cure, ite in esiglio."
SONATA  -   Bellezza: Taci! Qual suono ascolto?
Piacere - Aria Un leggiadro giovinetto bel diletto desta in suono lusinghier. E vuoi far con nuovo invito che l'udito abbia ancor il suo piacer. Un leggiadro giovinetto, ecc. Disinganno - Aria Crede l'uom ch'egli riposi quando spiega i vanni (ali) occulti. Ma se i colpi sono ascosi, chiari poi sono gl'insulti. Crede 1'uom, ecc. 
Guida all'ascolto: Evidenti gli accompagnamenti - come basso continuo - del clavicembalo e dell'organo la cui presenza perdura anche nella Sonata e nell'Aria di Piacere. Haendel riserva a Disinganno una cantabilità scorrevole anche nello svolgimento dei melismi delicati e moderatamente virtuosistici.




5) Tempo – Recitativo: Te credi che sia lungi, e il Tempo è teco. Bellezza: Piacere, io non t'intendo; meco sempre tu sei, misto d'affanno, e meco è sempre il Tempo, e il Disinganno. Tempo: Quanto chiude la terra è il regno mio. Se me veder non vuoi, pensa di farti in Cielo un'altra sede; in Cielo, ov'io non giungo, e dove bella Eternità risiede. Fa di me miglior uso, che se il Piacer t'inganna con tardo pentimento mi chiamerai: et io dirò "non sento'. Tempo – Aria: Folle, dunque tu sola presumi che non voli più il Tempo per te? Vo per mari, per monti, per fiumi, chiuse rocche fra bellici orrori lieti alberghi di rozzi pastori solo ardito trascorro col piè. Folle, dunque, ecc. 
Disinganno – Recitativo: La reggia del Piacer vedesti, or vieni. Tempo Chiedi piacer sincero; vieni alla reggia, ove risiede il vero. Bellezza – Aria: Se non sei più ministro di pene, per vedere ove è il vero piacere la tua scorta fedel seguirò. Piacere: Non lasciare la strada fiorita: tu non sai qual sentiero t'addita . Disinganno e Tempo: Se ti vanti piacere sincero, perché fuggi lo specchio del vero? Piacere: Io preparo presenti contenti, e non offro un'immagin di bene ch'agli eroi per idea s'inventò. Bellezza: Se non sei, ecc.
Guida all'ascolto: L'Aria di Tempo (Folle, dunque tu presumi) è in 3/4, leggera come un valzer, ornata di vocalizzi non tanto frequenti nella voce tenorile (ma lui deve 'volare'). Bellezza è dubbiosa (Se non sei più ministro di pene), ma Piacere lusinghiero insiste (non lasciare la strada fiorita). Tempo rivolge ancora le sue attenzioni erotiche verso Bellezza.



6) Piacere - Recitativo Tu vivi invan dolente, se mi cerchi e mi chiami, io son presente.
Piacere - Aria: Tu giurasti di mai non lasciarmi, o il dolore che sia tua mercede. Se risolvi di più non amarmi, sai la pena a chi manca di fede. Tu giurasti, ecc. Tempo - Recitativo: Sguardo, che infermo ai rai del sol si volge, non sostiene il gran lume, incolpa il sole, et è l'error dei sensi. Che risolvi? Che pensi?
Bellezza - Aria: Io vorrei due cori in seno: un per darlo al pentimento, al piacer l'altro darei. Disinganno Ma dimmi, a qual piacere? Bellezza: Al piacer che più sereno pone in vista il mio contento, di cui poi mi pentirei. Io vorrei, ecc. Disinganno - Recitativo: Io giurerei, che tu chiudesti i lumi nello specchio del vero. Bellezza: I lumi io chiusi perché timor mi prese di perder la bellezza, e il mio Piacere. Disinganno: Quanto l'alma è più bella della spoglia mortale tanto a Piacer terreno vero Piacer prevale. Disinganno - Aria: Più non cura valle oscura chi dal monte saggio vede ch'ella siede in basso orror. E d'averla un giorno amata è cosi l'alma sdegnata che detesta il proprio error. Più non cura, ecc.
Guida all'ascolto: Il controtenore argentino Franco Fagioli (Piacere) sfoggia la sua estensione vocale che, nel registro basso, si fa fastidiosamente gutturale (nel 'da capo' dell'Aria 'Tu giurasti'), però con effetto drammaturgico di notevole spessore (il dolore sia tua mercede).
Toccante l'accompagnamento del violoncello all'Aria di Bellezza 'Io vorrei due cori in seno'.
La voce del contralto Sara Mingardo ha un calore appropriato - direi materno - nell'indurre Bellezza a rifiutare i piaceri terreni (l'alma sdegnata che detesta il proprio error).



7) Bellezza, Tempo, Disinganno e Piacere (Quartetto) Bellezza: Voglio Tempo per risolvere... Tempo: Teco è il Tempo... Disinganno: ed il Consiglio... Piacere: ma il Consiglio è il tuo dolor. Tempo: Pria ch'io ti converta in polvere, segui il ben... Disinganno: fuggi il periglio... Piacere: tempo avrà per cangiar cor. Bellezza: Voglio Tempo, ecc.
Bellezza – Recitativo: Presso la reggia ove il Piacer risiede giace vago giardino. Ivi torbido rio si muove appena per aura densa e grave; dimmi, quel rio, d'onde deriva? Disinganno: Ascolta. Deriva da quei pianti che sparge il mondo insano, e formano quell'aura gravi e densi sospir di folli amanti. Bellezza: Giunge quel rio nel mar? Disinganno: Manca per via, perché il suo fine, e il buon sentiero oblia. Bellezza: Ed il pianto de' giusti? Disinganno: Ha stille, che in vederle sembrano vili, e pure in ciel son perle.
Piacere - Aria:Lascia la spina”, cogli la rosa; tu vai cercando il tuo dolor. Canuta brina per mano ascosa, giungerà quando nol crede il cor. Lascia la spina, ecc.
Guida all'ascolto: Di straordinaria complessità contrappuntistica il quartetto che fonde le voci dei quattro personaggi, ognuno dei quali - pur all'interno dell'impasto sonoro - conserva la propria fisionomia, drammaturgica e musicale, haendeliana. 
Piacere, con l'Aria 'Lascia la spina, cogli la rosa' (già usata da Haendel nel 1705 in 'Almira', diverrà nel 1711 la celeberrima 'Lascia ch'io pianga' del 'Rinaldo') fatta di seducente cantabilità, farà sì che - almeno momentaneamente - Bellezza gli sia fedele. 



8) Disinganno e Tempo - Duetto: Il bel pianto dell'aurora che s'indora, è una perla in ogni fior. Pur men grato è quell'umore di quel pianto, che in un core già pentito, apre il dolor. Il bel pianto, ecc. Bellezza-Recitativo: Piacer, che meco già vivesti, il vero tu mira ancora in questo specchio, o vola sì lontano da me, che del tuo vil natale io mai più non rammenti il quando e il come, e di te perda e la memoria, e il nome.

Guida all'ascolto: Raramente si ascolta un canto tanto delicato e sublime: la voce del tenore (Michael Spyres) e quella del contralto (Sara Mingardo), accompagnati dal violoncello del basso continuo, ci offrono una della pagine più commoventi di Haendel. La grandezza di quest'autore - celebrato per il 'Messia', l'«Alcina» o altre composizioni conclamate - mostra il suo lato più introspettivo e meno trionfale, proprio in quest' Oratorio che celebra il trionfo.
Bellezza si allontana da Piacere (vola sì lontano da me) mentre - in una specie di iniziazione - viene vestita di bianco con il cristogramma ihs ricamato sul petto.



9) Piacere - Aria Come nembo che fugge col vento da te fuggo sdegnato e severo. Se l'inganno è il mio solo alimento come viver io posso nel vero? Come nembo, ecc. 
Bellezza – Recitativo accompagnato: Pure del Cielo intelligenze eterne, che vera scuola a ben amare aprite, udite, angeli, udite il pianto mio, e se la Verità dal Sole eterno tragge luce immortale, e a me lo scopre, fate che al gran desio rispondan l'opre. 
Bellezza - Aria Tu del Ciel ministro eletto non vedrai più mio petto voglia infida, o vano ardor. E se vissi ingrata a Dio tu custode del cor mio a lui porta il nuovo cor. Tu del Ciel, ecc. 



Guida all'ascolto: Piacere rinuncia definitivamente a Bellezza con un canto dall'agilità vorticosa 'come nembo che fugge col vento'. Lei sceglie di votarsi a Dio (farsi suora). L'interpretazione del soprano è di grande impatto drammatico e la sua Aria conclusiva mostra la capacità di produrre note acutissime senza forzare la voce: addirittura cantandole in pianissimo.

Per ragioni di copyright, gli interpreti si son dovuti sostituire: 
Bellezza: Amanda Forsyte. Piacere: Krisztina Szabo'. Pacific Baroque Orchestra diretta da Alexander Weimann.






Profondamente commosso per le emozioni destate in me da quest'opera di Haendel che non conoscevo, perché obliata dalle più note composizioni dell'autore (pregne di sapienza compositiva esteriorizzante, prevalentemente, suggestioni piuttosto di profondi affetti ed emozioni) invito tutti ad un ascolto attento e riflessivo.