domenica 16 aprile 2017

MORGEN  und  ABEND 
di Georg Friedrich Haas - libretto di Jon Fosse 
 Mattino e sera 



Opera House Covent Garden (novembre 2015): il pescatore Johannes 


Fosse e Haas, due artisti dell'avanguardia drammaturgica e musicale mondiale. Il primo, norvegese, è stato protagonista del nostro discorrere in "Io sono il vento" (pubblicato il 27/11/2015), opera sconvolgente per le sue considerazioni sul perché della vita e della morte. Tema evidentemente ineludibile per Jon Fosse (e per l'intera umanità), che riprende esasperandone la forma espressiva soprattutto sotto il profilo semiologico: l'assenza della punteggiatura, la reiterazione di parole, frasi e concetti che richiedono al lettore/ascoltatore un notevole grado di concentrazione per cogliere la proprietà semantica del testo. 
Esempio: "Perché è così tranquillo / là nella stanza / così stranamente tranquillo/ cosa può significare / non un suono / lì dentro / cosa può significare / cosa sta succedendo / Quando nasce un bambino / non va così tranquillamente / so che era morto / anche come uomo".
Fosse narra, quindi, le esperienze del momento inteso nel senso fenomenologico. Lui stesso afferma: "sono le parole singole, poche parole, quelle semplici e basilari a dire le cose fondamentali, non la retorica, non le grandi frasi".

  
Jon Fosse (1959)

Scrive una semplice trama espressa in forme complesse: le parole e le frasi si ripetono con millimetrico spostamento di significato, piccoli cambiamenti di contesto. Il romanzo, comunque, fornisce ampie opportunità di meditazione sulla vita e sugli gli aspetti religiosi e ultraterreni.
Quando Johannes e Peter vanno in città incontrano Erna, la donna che Giovanni aveva un tempo sposato: si vedono nuovamente giovani e camminano a braccetto. Si rivedono a casa, dove la sposa aspetta che rientri dalla pesca; lui le prende la mano e sente che è fredda. 
Ancora una volta, Fosse non fa distinzione tra vita e morte, tra passato e futuro: vita e morte sono esperienze ineludibili della vita. 
Trama. L’opera è divisa in due parti: la prima è una specie di prologo e racconta del pescatore Olai che sta in cucina, in attesa che la moglie Erna – assistita dalla levatrice Anna – dia alla luce il loro figlio che si chiamerà Johannes e farà il pescatore come il padre. 
Nella seconda parte, è trascorsa una vita e si seguono le  vicende dell’ uomo: sta dormendo tranquillo, ‘sazio di giorni’ (scrive Fosse che il suo racconto è immerso nel passato e in qualcosa che è sempre stato). Johannes un giorno si sveglia. E’ un giorno come gli altri, eppure diverso: si alza, prepara una tazza di caffè e – seppur controvoglia perché non ha fame – mangia un pezzo di pane con formaggio. Poi arrotola una sigaretta e la fuma. Barcolla tutto il giorno sulle sue vecchie gambe e incontra le persone più importanti della sua vita, la maggior parte delle quali è morta anni fa: l’ottimo amico pescatore Peter, al quale getta amichevolmente un sasso che gli attraversa il corpo. Peter è una persona importante per Johannes perché, una volta, gli ha salvato la vita in mare. E sarà lui a guidarlo lontano dalla vita, verso l’aldilà. Incrocia per strada la figlia Signe, ma quando – alla fine dell’ opera  – lei va a fargli visita lo trova a letto morto: "come fosse addormentato, gli prende la mano e la preme sui suoi occhi. Ma vede le dita bluastre". 
Presente e passato si confondono. 


Georg Friedrich HAAS (1953) - Morgen und Abend (2015)

La prima mondiale dell’opera è avvenuta alla Royal Opera House Covent Garden di Londra.
Personaggi ed interpreti: 
Olai: (voce recitante) Klaus Maria Brandauer 
Johannes: Christoph Pohl – baritono
Anna levatrice: Sarah Wegener – soprano
Peter: Will Hartmann – tenore
Erna: Helena Rasker – contralto
Signe: Sarah Wegener – soprano 
Orchestra e Coro della ‘Royal Opera House Covent Garden’ diretta da Michael Boder. 



Georg Friedrich Haas (1953)

Haas musicista nasce dalla ‘scuola spettrale’ di Gérard Grisey, Hugues Dufourt,  Tristan Murail e altri, che analizzano il singolo suono scomponendolo nelle sue componenti armoniche (spettro armonico) per farne elementi fondamen- tali intorno cui ‘ruotare’ la composizione. Ed è noto per il suo frequente uso di microtoni, cioè di intervalli inferiori al semitono.
“Non aspettatevi melodie”, dice Haas a proposito di ‘Morgen und Abend’, non aspettatevi armonie ma 'paesaggi sonori': cerco di creare un linguaggio musicale che non si basi su strutture notate ma sulla percezione del suono”.

clicca e ASCOLTA



                                                                              Parte prima (selezione)

L’opera inizia con una sequenza orchestrale affidata alle percussioni –  in particolare a forti colpi dei tamburi bassi – che perforano lo stridio degli archi evocanti le grida del travaglio. Fuori scena un 'coro muto’ (senza parole)  crea un’atmosfera meditativa e vagamente contemplativa. Poi la levatrice Anna (soprano) annuncia ad Olai la nascita del figlio: “Du hast eine Sohn!” (Tu hai un figlio!)
“Nascere non è armonia sentimentale.”, dice Haas, “E’ un atto brutale e terribile come morire”.


clicca e ASCOLTA


Parte seconda (selezione)

La seconda parte è aperta  dal coro (rappresentante il mondo terreno che ‘guida’ la vita) e dalla voce di Johannes (baritono) che incontra l’amico Peter (tenore) per ricordare il passato e l’amore per Erna (anche Peter fu segretamente di lei innamorato) la cui presenza viene appena evocata. L’orchestra accompagna il dialogo in modo variegato ma prevalentemente cupo: quello proprio alla morte sempre presente.
La conclusione è affidata alla figlia Signe (soprano) che trova il padre Johannes morto (vede le dita bluastre). Essendo l’unico essere vitale, il suo canto si diversifica dagli altri per l'andamento arioso. E conclude bruscamente l’opera. 
Siamo tornati al mattino? 





Nessun commento:

Posta un commento